-- BLA' BLA' -- birreria, winebar, whiskey e rhum, live music --

LIVE IN BLA' BLA'



15/11/2002
" Drum" racconto 2 parte

Parte seconda Venerdì mattina… e com’è solito Drum va in città per seguire un paio di lezioni. Finite le prime due ore si rende conto che le prossime saranno ancor più noiose ed inutili… In una delle tante bacheche sparse sulle pareti della sua facoltà attacca un annuncio per vendere a metà prezzo alcuni libri usati; lo aveva già fatto, ma nessuno mai rispose ai suoi annunci. “Speriamo di racimolare qualche soldo”. Pensa. S’immerge nei portici, solitario. Difficilmente incontrava chi gli avrebbe offerto un poco di compagnia o, diciamo meglio, difficilmente cercava qualcuno che avrebbe avuto il coraggio di seguirlo tra i lunghi percorsi e le strade dei suoi silenzi coperti dal frastuono frenetico della città. Cercava la libertà…quella contemplativa s’intende… Vagava in cerca del nuovo… Drum inizia ad avvertire una briciola d’appetito. Passa davanti a decine di negozi d’alimentari, pizze al taglio e qualche fast-food. Si ferma davanti ad un forno. Non c’è nessuno. Entra. “Un pezzo di stria per pranzo va più che bene”. Si dice. Forno da Luigivia Carinz 45 Bolognarep.01 € 2.09tot. € 2.09 Legge sullo scontrino del panettiere e paga con 100€ ingoiando gli occhi inorriditi della commessa che lo rimprovera rabbiosamente con una frase di rito: “Mi porti via tutta la moneta!”; neanche le avesse chiesto di denudarsi completamente e d’improvvisare una danza del ventre con le tipiche varianti armene. La vecchia signora intanto strappa con tale delicatezza la carta “fiscale” da rovesciare un cestino di cioccolatini sopra al bancone rialzato, quasi fosse il suo primo giorno di lavoro in quel negozio, quasi avesse perso l’attenzione nell’impasto di farina-lievito-acqua o più semplicemente gli è successo altre volte e di tanto in tanto si diletta in quel gioco molesto. Drum ha una notevole capacità involontaria di trovarsi in queste situazioni e l’abitudine lo richiama ad un ordine cogitativo, imbarazzante per chi parla con lui, visto che la sua reazione è una saetta scagliata dagli occhi e un pensato “Vaffanculo te e i tuoi soldi di merda…non compro da te… scusa se oggi non ho moneta spiccia in tasca!” nell’attesa del resto. La strada è piena di gente indaffarata nella spesa, nelle compere, nella perdita di tempo tra le vetrine e i ciottoli di porfido. I muri dei vicoli emettono modulazioni falsate in un groviglio sonoro di tacchi, voci sommesse, fruscii di borse, sacchetti, sporte che si urtano, si aprono e chiudono, grasse risate, saluti accennati e discussioni banali sul tempo e il governo. Tra i banchi del mercato rionale pescivendoli e fruttivendoli urlano la loro merce ben ordinata; un ordine investito da raggi di sole riflessi dalle alte pareti delle abitazioni tutt’intorno, capaci di nascondere e rendere commerciabile qualsiasi prodotto fallato. Odori e colori farciscono Via Carinz e piacevolmente urtano i sensi di Drum osservante e contemplante i dintorni della cagnara, inebriata dall’attesa di un nuovo fine settimana. I suoi occhi si posano su un’insegna: ER DI & GE SP “Non ci credo”. Drum deglutisce un boccone del pranzo e associa l’insegna con il logo visto in stazione - la borsa di quella bellissima donna-. Non che fosse diventata un’ossessione scoprire la provenienza della borsa con quel logo, ma fra le tante immagini che ogni giorno la retina sintetizza, quella era rimasta nella banca dati della memoria di Drum; un ricordo celato, un indizio per il futuro, così come nuvole grigio-scure e tuoni in lontananza preavvisano una tempesta. Arriva davanti alla coloratissima vetrina…una cartoleria specializzata. Agende, quaderni d’ogni dimensione, penne, matite…ogni colore ha la propria sistemazione in uno degli immacolati scaffali che s’intravedono all’interno. La luce intensa delle numerose lampadine poste sul soffitto e sulle pareti, anch’esse di neve, consacrano il negozio ad un ordine cromatico impeccabile. “Sembra quasi che le commesse abbiano sezionato, piegato e ordinato l’arcobaleno…ogni mensola con la propria cromatura, un colore dopo l’altro, in sequenza”. Dice a sé stesso Drum. Il negozio è vuoto. Nessun cliente. Drum sbircia dentro, curioso di vedere se la commessa è la donna della stazione. fine seconda parte ,a presto il seguito ciao

la neve